Teologo giansenista italiano. Ordinato
sacerdote nel 1760 dopo aver completato gli studi teologico-filosofici, fu
chiamato a insegnare nel seminario di Brescia dove rimase per 12 anni, sino a
quando, in seguito alle polemiche sollevate dalla pubblicazione, nel 1771, di un
suo scritto e alle accuse di eresia, fu allontanato dall'insegnamento. Grazie
alla protezione del cardinale bresciano Marefoschi, fu chiamato a Roma da papa
Clemente XIV e nominato prefetto degli Studi presso il collegio irlandese, dove
rimase per sei anni (1771-77). Nel 1778 ottenne la cattedra di Teologia morale
presso l'università di Pavia e nel 1786 partecipò al sinodo
giansenista convocato dal vescovo di Pistoia Scipione de' Ricci; negli anni
seguenti contribuì notevolmente alla diffusione del Giansenismo in Italia
e diede la propria adesione alla politica illuministica degli Asburgo,
soprattutto nella lotta contro i privilegi ecclesiastici. Nel 1794 aderì
alla causa della Rivoluzione francese e per questo fu nuovamente rimosso
dall'insegnamento. Scrisse numerose opere sul tema della Grazia, tutte di
impostazione giansenistica, fra le quali:
De summa catholicae de gratia
Christi doctrinae praestantia (1771),
Ethica christiana (4 volumi,
1783-88);
De fontibus Sacrae Theologiae (3 volumi, 1789);
Lettere
teologico-politiche (1794);
Introduzione allo studio della filosofia
morale (1797);
Cenni sulla perfettibilità dell'umana famiglia
(1823) (Brescia 1737 - Pavia 1827).